Incontro delle opposizioni a Galliera: «Più fondi? Non è vero»
di Matteo Radogna
«NESSUN risparmio per i cittadini con la fusione di Comune; anzi le tasse, come nel caso di Valsamoggia sono fra le più alte della provincia. Si perde soltanto contatto con le istituzioni. Inoltre, nessuno lo dice ma con il referendum consultivo sulla fusione anche se un territorio si esprimesse in modo contrario, basta la maggioranza degli altriper andare avanti». L’opposizione boccia il mega-Comune che potrebbe nascere dall’accorpamento dei territori di Pieve di Cento, Galliera, San Pietro in Casale e Castellod’Argile. Nelle settimane scorse, sindaci Pd e segretari di partito, infatti, erano usciti allo scoperto annunciando l’intenzione di fondere i quattro Comuni.
L’altra sera, a Galliera, si è svolto un incontro organizzato dalle minoranze per spiegare ai cittadini lo scenario futuro. Sono intervenuti Diego Baccilieri, Stefano Zanni e Giulia Ventura di Galliera e per portare le varie esperienze, Brigida Miranda di Castel Guelfo (per parlare della fusione bocciata nella Valle del Santerno), Marta Evangelisti di Alto Reno Terme (che ha testimoniato i primi risultati negativi della fusione Porretta – Granaglione) e il consigliere regionale di Forza Italia Galeazzo Bignami.
Molto critica la Ventura: «Abbiamo saputo dell’ipotesi di fusione dal giornale, e il fatto che l’iniziativa venga dai circoli di partito e non dai consigli comunali o da assemblee pubbliche di cittadini ci sembra molto discutibile» .
Stefano Zanni rincara la dose: «Abbiamo proposto, insieme a Marzia Calzoni del Movimento Cinque Stelle, nell’ultimo consiglio comunale una consultazione preventiva dei cittadini, che però la maggioranza non è intenzionata a svolgere» e attacca: «Un precedente studio di fattibilità, di soli quattro anni fa e costato 45.000 euro, ha già ben evidenziato grandi criticità e pochissime certezze. Entrate da Stato e Regione non sono garantite nel tempo ma solo un anno per l’altro, nessuna diminuzione delle tasse è certa, la rappresentanza politica è ridotta all’osso, vi è rischio cancellazione d’identità delle comunità».
Il capogruppo della lista Uniti per Galliera Diego Baccilieri sottolinea che «per territori come Galliera, Pieve ed Argile – con meno di diecimila abitanti – la fusione determinerebbe la sparizione definitiva del comune. Si tratterebbe di un processo irreversibile » e aggiunge: «Ciò che i sindaci non dicono ai cittadini è che se si arriva ai referendum e un comune dice di no, ma gli altri si esprimono favorevolmente, anche il comune contrario viene trascinato nella fusione ed assorbito».