Con il presente comunicato i sottoindicati gruppi consiliari delle Liste Civiche di area centro-destra e del MoVimento 5 Stelle, per i quattro Comuni di Galliera, San Pietro in Casale, Pieve di Cento e Castello d'Argile, interessati al processo di fusione, intendono informare la cittadinanza che lo studio di pre-fattibilità nella versione presentata dai Sindaci e diffusa pubblicamente è totalmente irricevibile sia nella forma che nella sostanza.
L’esigenza e la necessità di interrogarsi sull’opportunità di una nuova riorganizzazione istituzionale del territorio - avanzata dal solo Partito Democratico e senza consultare cittadinanza o consigli comunali - che prevede l’accorpamento di comuni che - per dinamiche storiche, sociali ed economiche - presentano realtà profondamente differenti tra loro, non può prescindere da uno studio di fattibilità serio e completo in ogni sua parte con dati il più possibile aggiornati.
Critichiamo fortemente la scelta di aver affidato la realizzazione di tale documento alle posizioni organizzative dei Comuni di concerto con la Regione Emilia-Romagna (che di tale processo ne è una ferma promotrice) quando la Legge Regionale consente di affidare lo studio di fattibilità a soggetto esterno con effettive garanzie di imparzialità e d’indipendenza a costi contenuti data la possibilità di un contributo economico a fondo perduto.
Sotto il profilo della forma, lo studio allo stato attuale è da rigettare in toto, in quanto non rispetta nemmeno quei criteri minimi previsti dal modello predisposto dal Servizio riordino, sviluppo istituzionale e territoriale della Regione Emilia-Romagna. Sono, infatti, del tutto assenti indicazioni sugli scenari normativi e relative opzioni: a questo proposito mancano totalmente considerazioni sulla questione dell’identità territoriale (tacendo colpevolmente sull’irreversibilità del processo per i Comuni con meno di 10.000 abitanti), le motivazioni che portano all’ipotesi di fusione con l’indicazione dei risultati attesi, gli ostacoli e le criticità alla stessa, i nodi politici ed il percorso istituzionale necessario per avviare l’iter di fusione.
Dal punto di vista dei contenuti, si evince inoltre che i pochi dati presenti (oltretutto lacunosi, frammentati, poco armonici e scoordinati tra loro) sono organizzati in modo capzioso (tale da indurre facilmente in errore un cittadino di media avvedutezza) e, soprattutto, omettono di approfondire invece aspetti finanziari, statistici ed organizzativi fondamentali tra i quali, in particolare, spicca l’assenza totale di qualsiasi valutazione sui costi sociali diretti ed indiretti, compresi gli eventuali indebitamenti di ciascun Comune nel dettaglio o la possibilità invero già ventilata di aumenti di imposte, che il processo di fusione farebbe irrimediabilmente cadere sulle spalle di tutti i cittadini coinvolti.