Interviene il Consigliere Zanni, il quale sottolinea come un eventuale NO espresso dai cittadini di Galliera durante il referendum CONSULTIVO NON sia affatto vincolante: se infatti, nel referendum, si dichiarasse contrario solo il Comune di Galliera, esso sarebbe comunque trascinato dentro alla fusione, come è chiaramente previsto dalla Legge Regionale in materia, così modificata molto recentemente, che prevede un ritorno nei Consigli comunale solo nel caso che, su quattro Comuni, dissentano almeno due.

Il peso del coinvolgimento dei cittadini non è quindi chiaro, ed un voto negativo AL REFERENDUM CONSULTIVO potrà anche non essere tenuto in considerazione da parte della Regione Emilia-Romagna. La pre-consultazione proposta dai Consiglieri di Minoranza serve proprio per verificare se la cittadinanza sia d’accordo o meno sull’ipotesi di avviare l’iter della fusione dei comuni, per sapere fin da subito e quindi prima di avviare l’iter che cosa ne pensa e quindi evitare il rischio che Galliera sia trascinata in una fusione contro la sua volontà.
Nel documento con cui Uniti per Galliera ha promosso questa pre-consultazione sono state indicate inoltre le modalità con cui svolgere le votazioni, anche a proposito dei costi da sostenere a dimostrazione che tutto può essere svolto a costo ZERO. Ribadiamo quindi l’importanza di svolgere adesso questa consultazione e ricordiamo che, una volta fatta la fusione, con il voto favorevole di tre Comuni su quattro il percorso diviene IRREVERSIBILE.
Il Consigliere Zanni continua osservando che il Partito democratico ha chiesto di avviare un nuovo studio di fattibilità relativo alla fusione, e già qui si riscontra una prima anomalia: sarebbe infatti stato corretto che l’iniziativa fosse sorta dal Gruppo di Maggioranza in Consiglio e non dalla segreteria del PD locale.
Uno studio di fattibilità fu già svolto nell’anno 2012 (lo studio venne consegnato prima ai Consiglieri di maggioranza e alle sedi di partito e solo dopo 6 mesi ai Consiglieri di minoranza).
Costò 45.000 euro, di cui 25.000 euro a carico della Regione Emilia-Romagna e 20.000 donati da una fondazione di Bologna; un costo ingente per uno studio ancora attuale, da cui scaturì su richiesta dei Gruppi di Minoranza una Commissione consiliare ad-hoc in Unione Reno Galliera con l’obiettivo di approfondirlo la quale lavorò per molti mesi.
La situazione da allora non è molto mutata. Ragionando sullo studio precedente, si riscontrarono due anomalie, ancora attuali: non vi è certezza alcuna sull’ammontare dei fondi erogati a seguito della fusione, il nuovo Sindaco del “super” Comune risultante dalla fusione potrà di fatto decidere tutto, per questo motivo risulta impossibile oggi stimare quali saranno i risparmi di una eventuale fusione. Si tratterebbe di fatto di un salto nel buio, sia in termini economici che decisionali.
E’ stato citato dall’assessore Piva il Comune di Valsamoggia. Nell’assemblea pubblica che si svolgerà domani sera sarà presente un consigliere comunale di questo nuovo Comune, per dimostrare il fallimento del “progetto Valsamoggia”. Anche la percezione dei cittadini non è quella che la Maggioranza sta dicendo, in quanto vi sono realtà portate dentro ad una fusione contro la loro volontà.
Riteniamo singolare quanto inopportuna l’azione del Segretario di Partito locale che ha dato mandato al sindaco di procedere con l’ipotesi della fusione dopo aver consultato solo gli ormai pochissimi tesserati del PD di Galliera. A Galliera hanno diritto di parola solo i tesserati del Partito vicino al gruppo di maggioranza e di cui il capogruppo ne è il segretario?
E’ in questo modo che il Sindaco rispetterà la volontà dei cittadini?
Ci lamentiamo sempre più dei tagli lineare perpetrati dallo Stato, lo stesso Stato che incentiva ECONOMICAMENTE le fusioni di Comuni, non è forse questo un ricatto?

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